Lettera di saluto del nuovo vescovo Lorenzo Leuzzi alla Comunità Diocesana

 

 

Roma, 23 novembre 2017

 

Cari fratelli e sorelle della Chiesa che è in Teramo-Atri,

prima che fosse resa pubblica la scelta di Papa Francesco di inviarmi a Voi come nuovo Pastore, il Signore mi ha concesso il grande dono di recarmi in pellegrinaggio a Gerusalemme.

Nel sepolcro, baciando la pietra sulla quale fu deposto il corpo del Maestro, ho affidato per la prima volta la Chiesa di Teramo-Atri a Lui perché l’abbracciasse con amore arricchendola dei doni necessari per essere la Sua Sposa.

Cari fratelli e sorelle,

vengo tra voi con grande gioia dopo aver servito la Chiesa di Roma fin dall’inizio della mia ordinazione sacerdotale. Non finirò mai di ringraziare il Signore per questi anni di ministero inaspettato, immeritato e sorprendente. La vicinanza del Papa, Vescovo di Roma, è stata l’esperienza più bella che desidero condividere con Voi apprestandomi a svolgere un nuovo ministero pastorale.

Vengo tra voi per confermarVi nella fede che Gesù Nazareno, il Crocifisso, è risorto, non è qui! (cf. Mc 16,6). Questo annuncio è la grande speranza per l’uomo contemporaneo!

È una speranza che non si fonda sulle nostre parole o sulle nostre opere, ma nella presenza del Risorto nella storia, che accompagna, sostiene e protegge la Sua Chiesa per renderla serva della civiltà dell’amore.

Ho appreso da tanti amici che voi siete uomini e donne sobri e laboriosi.

Queste notizie sono state per me motivo di grande consolazione. La sobrietà e la laboriosità sono virtù, purtroppo, non molto diffuse. Custoditele e trasmettetele alle nuove generazioni. Ad esse, infatti, siamo debitori di quell’onestà intellettuale e di quella cultura del dovere che mi sono state insegnate negli anni della giovinezza per essere sobri e laboriosi.

Cari fratelli e sorelle,

di fronte a noi ci sono sfide che testimoniano che il tempo della transizione non è ancora finito. Anzi! Le sfide si fanno più acute e minacciose: dalla crescente povertà alla preoccupante crisi della democrazia anche nei paesi occidentali.

A noi, uomini e donne sobri e laboriosi della Chiesa che è in Teramo-Atri, il Signore chiede di dare testimonianza che non ci sarà futuro per l’umanità senza l’onestà intellettuale e un rinnovato senso del dovere. È un impegno esigente di tutti i battezzati a cui guardano con simpatia e ammirazione – talvolta nascosta o mascherata da sofferta solitudine – tanti uomini e donne che non frequentano più le nostre comunità ecclesiali.

Con voi desidero condividere questa responsabilità!

Non siamo soli. Lui, il Maestro, è risorto!

Lo incontreremo insieme nello spezzare il Pane e nel servizio silenzioso e disinteressato ai fratelli, specialmente verso coloro che attendono non solo assistenza ma, soprattutto, una nuova progettualità sociale che li renda protagonisti nella vita delle nostre comunità ecclesiali e civili.

È un cammino non facile, ma sono certo che insieme tracceremo una nuova tappa della storia della Chiesa che è in Teramo-Atri sapendo di poter contare sull’insegnamento e sull’esempio di Papa Francesco a cui rinnovo, insieme a tutti voi, filiale e obbediente ossequio.

Con animo grato al Signore Vi accompagno con la mia paterna benedizione in attesa di salutarVi personalmente al più presto.

Vostro,

✠ Lorenzo, vescovo