Assemblea nazionale dei referenti diocesani del cammino sinodale 2023

di D. Carlo Farinelli

Referente del Cammino sinodale per la Diocesi di Teramo-Atri


L’11 e il 12 marzo
all’Hotel Ergife di Roma ho partecipato all’Assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale.

I lavori sono stati introdotti da don Dionisio Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico dell’Ufficio catechistico nazionale. Sempre nella giornata di sabato hanno preso la parola Mons. Erio Castellucci, Presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, Mons. Antonio Mura, vescovo di Nuoro e di Lanusei; Gioele Anni, membro del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Nella giornata di domenica è stata la volta del teologo Francesco Zaccaria e del pedagogista Pierpaolo Triani.

L’assemblea dei referenti diocesani si colloca in un momento significativo del percorso sinodale, ovvero tra la chiusura della fase narrativa e l’inizio di quella sapienziale.

In entrambe le giornate ci siamo confrontati in “Tavoli sinodali” (lavori di gruppo) per vivere un momento di confronto e ascolto reciproco tra i Referenti diocesani (256) provenienti da ogni parte d’Italia.

Ricordiamo le tappe che costituiscono e scandiscono questo Sinodo, inaugurato ufficialmente da papa Francesco il 10 ottobre 2021.

Dal 22 novembre al maggio 2023 c’è la fase narrativa ed è costituita da un biennio in cui è stato dato spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Nel primo anno (2021 – 22) sono state rilanciate le proposte della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per la XVI Assemblea Generale Ordinaria; nel secondo anno (2022-23) la consultazione del Popolo di Dio si è concentrata su alcune priorità.

Da giugno 2023 a maggio 2024 entreremo nella fase sapienziale in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere ciò che lo Spirito dice alle Chiese attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni Episcopali e gli Uffici pastorali della CEI, le istituzioni teologiche e culturali.

Da giugno 2024 a maggio 2025 saremo nella fase profetica che culminerà in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questa fase verranno assunte alcune scelte, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio.

Dopo questa Assemblea posso dire che nel Sinodo ci credo, ci crediamo. Uso anche il plurale, perché il confronto con i 256 referenti rappresenta la voce di chi crede nel cammino sinodale, in termini di dialogo e di cambiamento. Coloro, invece, che non credono a questo Sinodo o che si dimostrano indifferenti non penso che rappresentino l’intenzione generale del clero e dei laici della Chiesa italiana.

Crediamo nella bellezza del cammino sinodale che in Italia ha visto coinvolte più di 500.000 persone in 50.000 gruppi di ascolto.

Crediamo nella forza di una rete di referenti diocesani (circa 400 persone) e di èquipes diocesane che ha consentito di immaginare e di costruire insieme questo cammino: un tessuto pastorale fatto di tutte le componenti del Popolo di Dio, intergenerazionale, non rappresentativo in senso formale, ma tale da mettere in campo le diverse sensibilità e competenze.

Crediamo che questo sinodo sia veramente un evento dello Spirito tale da risvegliare una speranza nuova nella Chiesa, per la vita del mondo. Non pretendiamo di avere le risposte su tutto…, ma almeno stiamo cominciando a cambiare la percezione della realtà, a capire che nel cambiamento d’epoca non possiamo evangelizzare come facevamo qualche anno fa.

Infatti è cambiato totalmente il paradigma dell’evangelizzazione. Qui è in gioco l’evangelizzazione che non deve essere confusa con primo annuncio. Il primo annuncio è parte integrante della trasmissione della fede, mentre la prima evangelizzazione afferisce all’animazione culturale di determinate comunità e in un determinato momento storico.

In ultima analisi, ciò che si è sperimentato è anche ciò che ci aspetta. A ben guardare, se certi temi ritornano con tanta insistenza vuol dire che su di essi lo Spirito ci sta chiedendo di metterci in gioco per essere Chiesa secondo la volontà di Dio.