Il seminario aprutino

seminario-344x195Accanto alla Cattedrale, in via S. Berardo, si erge un imponente edificio, recentemente consolidato, ristrutturato e restaurato. È il Seminario Aprutino, detto anche Seminario Pio Aprutino. La sua storia abbraccia alcuni secoli.Com’è noto, il Concilio di Trento, venendo incontro alle attese della Chiesa intera, nella sua 24ª sessione prescrisse l’erezione di un Seminario in ogni diocesi per l’istruzione e l’educazione della gioventù avviata alla vita ecclesiastica. Tale delibera conciliare fu a lungo applaudita dai Padri Conciliari.Il Vescovo di Teramo Mons. Giacomo Silverio-Piccolomini che partecipò al Concilio di Trento, tornato in diocesi non fece in tempo a dare esecuzione alla prescrizione del Concilio.

Fu il suo immediato successore, Mons. Giulio Ricci (1582-1591) che provvide a istituire il Seminario Aprutino adattando allo scopo i locali dell’antica sede dei Vescovi Interamniti, ubicati accanto alla basiliaca di S.Maria Aprutiense, abitati anche da S. Berardo, poiché, dopo la distruzione della città per mano di Roberto di Bassavilla Conte di Loretello (1155-1156), il vescovo Guido II aveva fatto costruire il nuovo episcopio accanto alla nuova cattedrale. Mons. Ricci chiamò a dirigere il Seminario i Padri della Dottrina Cristiana, i quali aprirono anche scuole pubbliche in Teramo. Il tentativo di Mons. Ricci ebbe buoni risultati ma durò poco perché un alunno del Seminario in una rissa uccise un suo compagno. Il Seminario quindi fu chiuso e fu riaperto dal successore di Mons. Ricci, Mons. Vincenzo da Montesanto (1592-1609), il quale ampliò i locali dell’antico Episcopio con la costruzione di altri vani e curò personalmente il Seminario, dove fissò la sua residenza estiva. Tuttavia la erezione vera e propria del Seminario Aprutino si deve al vescovo Giuseppe Armenj, il quale con un decreto del 15 ottobre 1674 dichiarò eretto in forma canonica e giuridica il Seminario, in ossequio alle prescrizioni del Concilio di Trento, dandogli un proprio statuto e una speciale dotazione.

L’ordinamento del Seminario era stato già sancito e promulgato nel Sinodo Diocesano del 1671, che disponeva le regole per il funzionamento del Seminario e prescriveva che vi fossero ammessi giovinetti di almeno dodici anni d’età, che fossero di legittimi natali, di buon costume e che sapessero leggere e scrivere. Il medesimo Sinodo prescriveva la recita quotidiano dell’Ufficio della B.V. Maria, la confesione mensile e la presenza alle prediche e alle funzioni della Cattedrale. Quindi stabiliva le attribuzioni dei Deputati per la vigilanza, la vita disciplinare e la vita economica del Seminario, al quale annetteva i benefici di S. Maria Maggiore e S. Michele Arcangelo, S. Elisabetta e S. Damiano nella Cattedrale, S. Agnese e S. Caterina in Forcella e S. Giovanni Evangelista in Giulianova.

Mons. Armenj acquistò un edificio nei pressi della nuova Cattedrale perché divenisse la nuova sede del Seminario e, dopo opportuni adattamenti, vi trasferì gli alunni che dimoravano ancora nell’antico Episcopio. Il Seminario ebbe così un nuovo impulso che però si andò affievolendo col tempo, poiché nel 1727 il sinodo del vescovo Agostino Scorza (1724-1731) dichiarava in sostanza che il Seminario era tutto da rifare. Nuova vitalità ebbe il Seminario con la nomina a Vescovo di Teramo di Mons. Luigi Maria Pirelli (1777-1804). Al Seminario di Mons. Armenj che sorgeva sulla piazza, Mons. Pirelli aggiunse l’ala su via Vittorio Veneto fino alla via Ciotti e al Cantinone, acquistando la casa del signor Cianci e permutando la casa del signor Castelli con alcuni terreni siti in Montepagano. L’edificio così divenne imponente ed aveva due porte di accesso, una che era quella della casa dei Castelli acquistata mediante permuta e l’altra che era l’ingresso vero e proprio del Seminario. Sopra tale ingresso vi era la lapide che ricordava l’erezione del Seminario effettuata dal Vescovo Armenj e il successivo ampliamento operato da Mons. Pirelli. Tale ingresso al Seminario di Via Vittorio Veneto fu trasformato in bottega quando fu aperto l’ingresso in via S. Berardo n. 6. La costruzione di Mons. Pirelli subì negli anni successivi diverse modifiche. Sotto l’episcopato di Mons. Francesco Trotta (1888-1900) fu sopraelevata l’ala che guarda il cortile e fu costruita l’ala che comprende le scuole e che guarda oggi Via S. Berardo. Mons. Settimio Quadraroli (1922-1927) rinnovò la pavimentazione e sopra l’aula che guarda il cortile, costruì la nuova Cappella che rimase tale fino al 1950.

Mons. Antonio Micozzi (1927-1944) sopraelevò l’aula delle scuole ricavandovi un appartamento per il personale del Seminario, riordinò l’infermeria e l’appartamento delle Suore. L’apertura di Via S. Berardo e l’isolamento del Duomo determinarono la demolizione di una parte del Seminario, per cui il Comune di Teramo favorì la sopraelevazione delle due ali su Via S. Berardo e su Via Vittorio Veneto con una serie di Saloni.Mons. Gilla Vincenzo Gremigni (1945-1952) si adoperò per la costruzione ex novo dell’ala est dell’attuale edificio comprendente Salone-Teatro (piano terra), nuova Cappella e Direzione al primo piano (locali oggi occupati dall’Istituto Diocesano di Scienze Religiose) e saloni per lo studio (ultimo piano). Il Salone destinato a cappella da Mons. Quadraroli divenne refettorio. Con Mons. Abele Conigli quasi tutto l’edificio fu concesso in affitto al Liceo Artistico Statale dal 1970 al 1991, quando Mons. Antoni Nuzzi ne ha ottenuto la restituzione e ha dato inizio a costosi lavori di consolidamento, ristrutturazione e restaurazione, collocando nell’edificio oltre al Seminario diverse istituzioni diocesane, quali la Casa Sacerdotale, la Caritas, l’Istuto Diocesano di Sostentamento Clero, L’Istituto di Scienze Religiose, la sede diocesana dell’Azione Cattolica.

da “La diocesi di Teramo-Atri” di Gabriele Orsini, Teramo 1999