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Una casa dalle porte aperte, nel nome di don Franco

 

 

Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani.

Al via a novembre la campagna 2022 declinata su tv, web e stampa

I sacerdoti sono affidati alla generosità dei fedeli per compiere con serenità il proprio compito e lasciano una traccia indelebile anche quando non sono più tra noi.

Come don Franco Marcone, parroco originario di Giulianova, prematuramente scomparso nel 2011, il cui impegno rivive oggi nell’Associazione Dono di Maria Onlus. 

 

Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.

Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

 

#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.

La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”

Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.

Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.

 

“Amici” da ricordare anche dopo la loro scomparsa per onorarne la memoria. Come è accaduto a Giulianova dove don Franco Marcone, il “parroco buono” era conosciuto per le sue doti umane e spirituali. Nei suoi dieci anni di sacerdozio non si è mai sottratto alla disponibilità e all’aiuto verso i più fragili.

Nato nel 1976 a Giulianova e ordinato presbitero nel 2001, era stato parroco in diverse località della diocesi di Teramo-Atri (Abetemozzo, Poggio Rattieri, Rocca Santa Maria, Tortoreto Lido) lasciando sempre un segno profondo nelle comunità che aveva incontrato e seguito. Scomparso nel 2011, a soli 35 anni, la memoria di don Franco oggi rivive in un progetto portato avanti dalla famiglia che ha donato alla diocesi di Teramo-Atri un immobile che ospita l’“Associazione Dono di Maria Onlus“.

“Si rivolgono a noi per varie richieste di aiuto circa 200 famiglie che corrispondono a 650 persone  e il 60% sono italiane – spiega Paolo Massacesi, presidente dell’associazione a Marco Calvarese nel filmato “Una casa dalle porte aperte, nel nome di don Franco” che si può vedere al link https://www.unitineldono.it/le-storie/a-giulianova-la-memoria-di-don-franco-vive-nel-dono-di-maria/ –, molte di loro hanno bisogno di lavoro o di un supporto per un’abitazione, altri di aiuto per lo studio oppure di sostegno economico per le utenze. Non mancano nemmeno coloro che si rivolgono a noi per l’assistenza medica ospedaliera”.

L’attività dell’associazione, operante da circa tre decenni nel territorio giuliese, si è inevitabilmente abbracciata con la storia di don Franco. “All’inizio c’erano questi ragazzi – spiega Massacesiche raccoglievano indumenti e giornali e li rivendevano per donare il ricavato ai più poveri”. Oggi, questa opera caritativa costruita sull’ispirazione di santa Madre Teresa di Calcutta, è ormai una realtà consolidata che coopera in rete con altre importanti presenze del terzo settore operanti sul territorio: Caritas parrocchiale e diocesana, Piccola Opera Charitas e Banco Alimentare.

 

Il “Dono di Maria” esercita la sua importante funzione di supporto e di carità nella casa dei nonni di don Franco, un luogo del cuore che suggerisce la bellezza di donare e condividere con gli altri, un elemento che ha contraddistinto la vita del sacerdote. “Si è speso fino alla fine per gli altri – sottolinea Eliana Marcone, la sorellacon l’unica finalità di fare la volontà di Dio. Aveva deciso di orientare tutta la sua vita seguendo la figura di Cristo e così ha fatto”. Un solco tracciato che resta vivo nell’azione dell’associazione dove “la preghiera resta il motore della carità”, spiega Massacesi.

Una carità che si fa concretezza dell’aiuto in un territorio segnato anche da una profonda crisi economica. “Siamo felici perché questa realtà è presente quotidianamente – aggiunge Elianae quindi opera per aiutare a soddisfare le esigenze di chi ha bisogno”. L’impegno degli oltre cinquanta volontari è semplice e allo stesso tempo di un’importanza straordinaria: “Noi cerchiamo solo – conclude Massacesidi fare il bene delle persone”.

L’attività dell’associazione è un proseguimento quotidiano della presenza di don Franco e del motto “In Lumine Stellae” – scritta che campeggia anche nell’edificio donato alla diocesi – perché proprio nella luce di Cristo ha vissuto il suo cammino sacerdotale. Lo ricorda anche la madre, Anna Maria Meloni: “La stella che ci deve fare orientare è Gesù, è lui che ci illumina. Questo motto ha mosso interiormente tutta la sua vita”.

 

Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.

“Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.

Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie.

A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/dona-ora/ in cui sono indicate le modalità per le donazioni.

 

Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.

Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.

Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento.

Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.

 

 

Per maggiori informazioni:

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